mercredi 5 janvier 2011

L’Homo Sapiens e la camera delle creazioni - part 2

Dopo un lunghissimo tempo gli Anunnaki, stanchi di continuare il pesante e gravoso incarico, decisero di elaborare una soluzione alternativa e grazie alle loro avanzate conoscenze scientifiche, 300.000 anni fa effettuarono un esperimento.

Al fine di creare una razza di lavoratori, decisero di manipolare geneticamente, innestandovi il proprio DNA, una specie di ominidi allora presenti in quell’area.
Tale progetto fu realizzato in collaborazione con la sposa di Enki: Ninhursag (chiamata significativamente la “Dea Madre” o la “Sapiente Mami” o anche “Signora che dà la vita”) che ritirandosi nella camera delle creazioni dopo vari tentativi mostrò tra le sue mani la nuova creatura; era stato generato l’ Homo Sapiens.

Al principio questo “novello schiavo” venne utilizzato nella ”terra delle miniere” (in Africa), ma ben presto si richiese la sua presenza anche a Sumer. L’ uomo, creato in serie dagli Anunnaki, come tutti gli ibridi, non era in grado di procreare fino a quando, ad un certo punto della storia, Enki decise di dargli questa opportunità senza l’ approvazione dei suoi superiori, suscitando notevole scalpore.

In questo sigillo viene rappresentata l’ epica della creazione dell’ uomo secondo la mitologia sumera.

Trascorsero gli anni e avvenne, come recita la Bibbia: “Che i figli degli Dei videro le figlie dei terrestri e presero per mogli quelle che piacquero loro più di tutte”. Enlil non apprezzò tale iniziativa e decise di sfruttare un evento di sua conoscenza per eliminare l’umanità.

Il Diluvio e la rinascita della civiltà - part 3

Gli Anunnaki sapevano che, entro un breve periodo, sulla Terra si sarebbe verificata un’ immane ed inevitabile catastrofe (avvenuta all’incirca 13.000 anni fa). Tale cataclisma sarebbe stato provocato dalla notevole forza gravitazionale esercitata dalla vicinanza di Nibiru alla Terra .

Senza avvertire l’uomo, gli Dei partirono sulle loro navicelle e tornarono solo quando la furia degli elementi si placò. Ma Enki, da sempre simpatizzante dell’umanità, contravvenne alla decisione progettando di salvarla attraverso una “famiglia prescelta” ed informando del pericolo un uomo, ricordato nella Bibbia con il nome di Noé.

La divinità decise di fornire le informazioni necessarie alla costruzione di “un’ arca” dove venissero preservate le specie terrestri dall’imminente disastro.

In seguito, quando le navicelle si posarono sul monte Ararat, grande fu la sorpresa di Enlil nel constatare che alcuni uomini erano sopravvissuti all’immane evento.

A quel punto, per intercessione di Enki, l’ umanità fu finalmente accettata in pieno e gli Dei aprirono la Terra all’uomo. Poiché il diluvio aveva spazzato via le città, fu deciso di dare la possibilità ai terrestri di ricostruire una civiltà stabilendosi in tre zone: nella Valle del Nilo, nella bassa Mesopotamia e nella Valle dell’Indo. Una quarta area, definita sacra (termine che originariamente significava “dedicata, riservata”) e alla quale l’uomo non poteva avvicinarsi senza autorizzazione, fu lasciata agli dei.

Questa regione si chiamava Tilmun (”il luogo dei missili”) e, come la traduzione letterale indica chiaramente, costituiva la nuova base spaziale, dopo che la precedente era stata cancellata dal diluvio.

Numerose leggende narrano gli sforzi incessanti di alcuni valorosi per giungervi e trovare “l’ albero della vita”, capace di renderli immortali.

Simili testimonianze costituiscono la nutrita documentazione tramandataci dai Sumeri.

Il nuovo inizio. - part 4

La storia umana inizia all’ improvviso, in Mesopotamia, dove sorgono i primi segnali della civilizzazione, con il popolo dei Sumeri, verso il 3000 a.C. Questo popolo aveva incredibili conoscenze in tutti i campi. Sostenevano, inoltre, che le loro conoscenze venivano da Aratta, una misteriosa città mai ritrovata. Sono state ritrovate anche numerose tavolette con incisioni alquanto strane. Non è scrittura cuneiforme, tipica dei mesopotamici. Secondo gli studi, ad ogni lettera corrisponderebbe un numero. Con dei procedimenti complessi, poi, collegati anche alla Qabbalah, dal numero si arriva al significato della frase. Questa complessità ha portato gli studiosi a ipotizzare che fosse una scrittura aliena. I Sumeri conoscevano incredibilmente bene la cosmogonia, la nascita dell’Universo, conoscevano il Big Bang, conoscevano in modo dettagliato la nascita del nostro pianeta, conoscevano già la disposizione di dieci pianeti nel Sistema Solare, oltre Plutone conoscevano addirittura Haumea, pianeta nano scoperto ufficialmente solo nel 2004. La loro conoscenza era tale da non considerare la nostra Luna un pianeta, come invece accadeva presso altre civiltà antiche. Inoltre, sostenevano che vi era un undicesimo pianeta, chiamato Nibiru, cioè “Pianeta del Passaggio”.


Lontanissimo dal Sole, nel 2001 gli scienziati dell' Osservatorio Vaticano avvistarono a malapena questo pianeta, battezzato con il nome di “Planet X”. Secondo gli studi, in un tempo remotissimo avrebbe ospitato acqua e, molto probabilmente, vita. Secondo altri, l'acqua è ancora presente su quel pianeta. I Sumeri conoscevano già 4500 anni fa la presenza di questo misterioso corpo celeste, di cui l'osservatorio americano SPT (South Pole Station) ha scattato chiare foto a partire da Marzo 2008. E' stata rilasciata la più grande scoperta astronomica che sia mai stata fatta, ma il progetto di cover-up (censura) attuato dai governi non ha permesso la diffusione della notizia. Perchè ? Secondo gli scienziati, grazie alle fondamentali teorie di Zecharia Sitchin, sumerologo e scrittore e padre della "Teoria del paleocontatto", Planet X (per gli antichi Nibiru) sta per rientrare nel nostro Sistema. Già Plutone sta presentando anomalie precise: la sua orbita è bloccata. Non riesce a passare, come se un corpo estraneo che fino ad ora era assente non ne permette, per forza gravitazionale, il passaggio, e così Plutone non può nemmeno deviare l'orbita, per la pressione solare. L'orbita di Nibiru è di 3600 anni circa e le foto, che stavolta provengono dalla scienza, invece che da abili falsari sparsi per il mondo e per la rete che mostrano truccate foto di tramonti e cieli con due soli (e volendo spacciare uno di questi due, aggiunti tramite chissà quale programma, per Planet X), provano che il nostro è un Sistema binario.

In pratica, non è formato solo da una stella, la nostra nana gialla chiamata Sole, ma da due stelle. L' altra era stata chiamata teoricamente da Sitchin "Nemesis", ovvero "opposto". La scienza ora l' ha battezzata proprio "Nibiru", in onore alle antiche conoscenze, anche se gli antichi non si riferivano alla stella con questo nome, ma al pianeta che orbita intorno ad essa. Già, perchè non sta entrando solo il pianeta, anche perchè altrimenti non si spiegherebbe lo sviluppo della vita in un pianeta che a tratti dista anche più di Plutone dal Sole, ma un intero e piccolo sistema planetario. Si tratta di una nana bruna, un tipo di stella, intorno al quale orbitano svariati pianetini, e il più grande è il famigerato Planet X, a cui la scienza ha lasciato questo nome. Sta entrando nel nostro Sistema, e nel 2012 la stella sarà visibile dalla Terra davvero come un secondo Sole, ma molto più piccolo, sarà poco più che una stella. Le conoscenze sumere sono state ereditate agli accadi, poi ai babilonesi, agli assiri e infine agli egizi. I Greci e i Macedoni, con Alessandro Magno, e poi i Romani, con la loro conquista del mondo conosciuto, hanno portato ovunque la credenza del mondo come un piatto centro dell’ Universo. Solo nel 1700, Copernico con i suoi studi scoprirà che il mondo è sferico e che è la Terra a girare intorno al Sole insieme ad altri pianeti. L’ ultimo pianeta del Sistema Solare, Plutone, è stato avvistato nel 1930. Nel 2500 a.C. i Sumeri già lo conoscevano, ma soprattutto sapevano di “Planet X”, o di Nibiru, come loro lo chiamavano.

L' anello mancante...- part 5

Ma ora prendiamo in esame un’ altra civiltà orientale, quella ebraica. Nella Bibbia ebraica, nella Genesi, si parla della creazione dell' Umanità: "Dio disse: facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza" (Gn 1, 26). La parola ebraica originale per Dio è Elohim, il plurale della parola Eloah (da cui è derivata la parola araba "Allah"), che vuol dire "Vita di Dio", rappresentando così il concetto creatore della divinità. E' chiaro dunque che si parla di entità che sul nostro pianeta ci hanno creato simili a loro. Più avanti, nel sesto capitolo della Genesi, quarto versetto, vi è scritto: "C’ erano i giganti sulla terra a quei tempi, e anche dopo, quando i figli di Dio si accostarono alle figliole dell’ uomo e queste partorirono loro dei figli. Sono questi i famosi eroi dell’ antichità !".

La parola ebraica Nefilim, cioè “Gigante”, deriva a sua volta da una sumera (Annunaki) che significa “coloro che dal cielo caddero sulla Terra”. Sono gli stessi esseri che agli occhi umani parvero divini (notare come vengono definiti "Figli di Dio", mentre le donne sono "figlie dell'uomo", sottolineando così due razze diverse, una superiore all' altra) e che chiamarono "Elohim". Zecharia Sitchin teorizzò che questi Giganti non sarebbero altro che alieni che ci crearono tramite ingegneria genetica, un concetto che solo oggi è concepibile ai nostri occhi. Raccogliendo le testimonianze del passato, quindi, possiamo dedurre che questi alieni, questi “ Annunaki ”, venissero da un pianeta morto orbitante intorno ad Alnilam, la stella centrale della cintura di Orione, e si sarebbero poi stanziati su Nibiru, il Planet X, come fosse appunto un “pianeta di passaggio” per poi arrivare sulla Terra, pianeta verdeggiante e giovane, pronto ad ospitare la vita. Ma la vita c’era già sulla Terra e perciò i Nefilim si sarebbero accoppiati geneticamente anche con altre specie di ominidi, come i Neandertaliani e gli Erectus.

Dalla loro unione, sarebbe nata la specie del Cro-Magnon. La creazione del Cro-Magnon sia frutto di una manipolazione del DNA, una unione di quello ominide e di quello Annunaki. E questo è provato anche dai numerosi antri sparsi per il Medio Oriente e per la parte settentrionale dell'Africa, ricchi di scheletri di esseri umani dalle caratteristiche anomale. Non possono essere casi di anomalie naturali, in quanto vi è la presenza di centinaia, spesso migliaia, di scheletri dalle identiche caratteristiche. Non possono nemmeno essere zone di raccolta, per così dire, di persone nate con queste anomalie, in quanto nessuna civiltà conosciuta aveva questa usanza.

Questo cranio è posteriore a quelli maltesi, databile intorno a 9500 anni fa circa. Chiaramente, si vede che è anomalo. Presenta un'incredibile allungamento della calotta cranica. Anche questo, è stato ritrovato " in serie " insieme ad altri crani. Ricorda molto la tradizione comune a tutti i popoli antichi di fasciare ai neonati la calotta cranica per allungarla. Per quale motivo ? Per renderli simili agli "dèi creatori dell'umanità" e onorarli. Sembra come se c'è stata una evoluzione fisica guidata da qualcuno scientificamente più evoluto, che ha poi isolato i primi Cro-Magnon creati ed imperfetti, fino a raggiungere la perfezione.

" Ecco, ora l'uomo è uno di noi, conoscendo il Bene e il Male ! " (Genesi 3, 13) Ben presto, la creatura diviene indipendente, dotato di proprio arbitrio. E' in questa fase che gli Elohim, o Nefilim, o Annunaki, donano all' uomo conoscenze profondamente spirituali. I Cro-Magnon nella Valle di Sumer saranno così i primi a ricevere tali conoscenze: i Sumeri divinizzeranno ogni singolo essere extraterrestre, mentre gli Ebrei porteranno avanti fino ad oggi la consapevolezza ereditata dagli Elohim di un'unica sorgente divina, portatrice di Vita: JHWH.

mardi 4 janvier 2011

Nibiru


Volgiamo la nostra attenzione sul moto orbitale di Nibiru e sulla decisiva questione dei tempi di percorrenza della presunta orbita ellittica descritta nello spazio dal pianeta degli Anunnaki. Sulla base delle narrazioni rintracciabili nelle tavole sumere, l’orbita di Nibiru sarebbe retrograda e con un angolo di inclinazione di circa 30 gradi rispetto al piano orbitale dei pianeti del sistema solare, evoluendo al di là dell’orbita di Plutone e percorrendo distanze quasi incommensurabili. Il pianeta, nella sua marcia di avvicinamento al Sole, attraversa lo spazio compreso tra Marte e Giove, all’altezza della fascia degli asteroidi, e giunge nella posizione più prossima alla nostra stella, detta perielio; successivamente, il pianeta oltrepassa il Sole e si dirige verso lo spazio esterno allontanandosi fino a intersecare il punto orbitale estremo, l’ afelio.

Secondo le molteplici testimonianze sumere il tempo impiegato da Nibiru per disegnare nello spazio siderale un’orbita così ampia è di 3600 anni terrestri. La connessione temporale tra l’orbita nibiruana e quella terrestre implica che il nostro pianeta compia 3600 volte il suo moto di rivoluzione intorno al Sole, un tempo astronomico corrispondente a quello necessario a Nibiru per completare un’intera orbita intorno al Sole. I Sumeri indicano con il termine "shar " l’anno di Nibiru ( ma anche lo stesso pianeta Nibiru). A volte, la parola "shar" viene associata al significato " ciclo completo ", quasi a voler esprimere l’intera orbita descritta da Nibiru intorno al Sole. Inoltre, nelle antiche testimonianze mesopotamiche lo shar era l’unità di misura per calcolare la durata dei sovrani regnanti nella terra di Sumer. Il plurimenzionato sacerdote e astronomo babilonese Beroso specifica una presenza sul nostro pianeta di dieci sovrani antidiluviani, il cui regno copre un arco temporale complessivo di 120 shar, ossia di 432000 anni terrestri. Una conferma indiretta dell’attendibilità di questo dato discende dalle affermazioni di Abideno, affiliato alla scuola aristotelica, che elenca i nomi dei dieci re antidiluviani e i rispettivi tempi di durata della loro sovranità, adottando come unità di misura lo shar.