vendredi 13 janvier 2012

Civiltà Minoica

Civiltà minoica

...è il nome dato alla cultura cretese dell'età del bronzo, fiorita approssimativamente dal 2700 al 1450 a.C. (successivamente, la cultura micenea greca divenne dominante nei siti minoici dell'isola di Creta).
La vantaggiosa posizione geografica dell'isola favorì il sorgere della prima civiltà mediterranea e di un fiorente impero marittimo che dal Mare Egeo controllava una rete commerciale che raggiungeva l'Egitto, la Siria, le regioni a nord del Mar Nero e l'Occidente tanto da esercitare una vera e propria talassocrazia.

Le prime tracce concrete di vita umana sull'isola di Creta risalgono all'epoca Neolitica. La più antica attestazione di abitanti su Creta sono i resti di ceramica neolitica risalente approssimativamente a 7000 a.C. L'inizio dell'età del bronzo a Creta, intorno al 2600 a.C., coincide con la graduale trasformazione in importante centro di civiltà.

Ufficialmente la tendenza degli archeologi è quella di considerare l’Atlantide come un’invenzione letteraria. Tuttavia uno strappo alla regola viene fatto se si prende in considerazione l’ipotesi che la vicenda del continente perduto non sia altro che la descrizione (distorta a fini letterari) della scomparsa civiltà cretese. Questa teoria molto amata dagli accademici, presuppone che l’ubicazione dell’isola sia nel cuore del Mediterraneo. Nel 1967 l’archeologo greco Marinatos portò alla luce sull’isola di Santorini, nel Mare Egeo, i resti di insediamenti umani risalenti al 2500 a. C. L’isola, un tempo chiamata Thera, era abitata da una civiltà fiorente evolutasi in completa autonomia che intratteneva un fiorente commercio con la civiltà minoica e con altri paesi dell’Egeo. Thera fu abbandonata improvvisamente intorno al 1520, quando la popolazione allarmata da violente scosse di terremoto, ritenne più opportuno imbarcarsi con i propri averi e migrare in luoghi più sicuri. Poco dopo vi fu un’eruzione vulcanica e infine l’isola esplose con un impressionante boato udito a oltre 3.000 km di distanza. L’eruzione, quattro volte più potente di quella del Krakatoa avvenuta nel 1883 vicino a Giava, seppellì completamente la città abbandonata e coprì vaste zone dell’isola con uno strato di cenere di circa 30 metri. Quarant’anni dopo il cono del vulvano sprofondò in mare sollevando altissime onde che, secondo alcuni, furono la causa della distruzione repentina della civiltà di Creta.

Santorini, l’isola delle meraviglie e del mistero

Era un’isola di forma circolare, al cui centro si ergeva una montagna, e, prendendo per vere alcune prove costituite da scene  pittoriche ritrovate in loco, essa doveva avere fiumi e vallate verdi di papiri e palme, persino i faraoni egiziani la celebravano come un posto paradisiaco.
Quello che oggi ne rimane è uno scheletro, sconquassato da una delle più tremende esplosioni vulcaniche che si siano mai registrate sulla terra, ed è, da allora, rimasta priva del suo nucleo centrale, sprofondato  per centinaia di metri nel mare, formando quella che, geologicamente parlando, viene definita una caldera.
Dove una volta vi era il nucleo centrale dell’isola sorgono oggi due isolotti neri che emersero successivamente  chiamati con i nomi Nea Kameni (“terra bruciata di recente”, la più grande, sorta, in vari fasi, tra il 1707 e il 1711, una prima volta e poi ingranditasi durante le eruzioni vulcaniche del 1866 e del 1926) e Palia Kameni (la più piccola, sorta durante un’eruzione del 196 a.C.).
Tutta l’isola non è altro che un vulcano, ancora attivo, che a più riprese, nei tempi passati, è stato motivo di paura e distruzione per chi abitava sull’isola.
Niente comunque in confronto a quello che dovette accadere 3600 anni fa, allorché il nucleo centrale esplose con un immane boato, proiettando al parte centrale dell’isola in aria e sprofondando il resto sotto l’immane massa d’acqua che si dovette riversare nel bacino creatosi. Dove una volta vi era terra oggi vi sono rupi denudate che testimoniano l’improvviso sprofondamento, come se la parte centrale dell’isola fosse stata colpita da un immane maglio gigantesco.

A credere nell’Atlantide mediterranea sono in molti. Il sismologo greco Galanopoulos, ad esempio, sostiene che i 9.000 anni prima di Solone menzionati da Platone fanno coincidere l’Atlantide con Thera, se togliamo da quel numero uno zero. E infatti 900 anni prima di Solone avvenne l’eruzione di Thera.

Con affascinanti effetti speciali e le tecnologie in computer grafica usate nel film “300″ di Zack Snyder, questo docu-drama racconta del più grande disastro naturale che sconvolse il mondo antico. Attorno al 1620 B.C. un enorme vulcano nel Mar Egeo scatena un’eruzione che spazza via l’isola di Thera, sommerge Creta, culla della prima grande civiltà europea, quella Minoica. Un’apocalilsse che molti esperti credono condusse alla sua caduta, ispirando Platone…

Guarda il trailer...


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