martedì 8 febbraio 2011

Ley-Lines...cosa sono.

Argomento assai difficile nel complesso, ma trattando monumenti megalitici, non possiamo tralasciarlo, in quanto non si può considerare blog completo senza parlare delle ley-lines.

Quale che sia la ragione per cui diversi punti sulla Terra siano collegati tra loro da linee, un fatto pare certo: le ley-lines e i luoghi che esse collegano tra loro sono zone positive e particolarmente cariche di un’ energia dagli effetti vantaggiosi e favorevoli. 
In alcuni casi, quando le lines si congiungono in nodi di discrete dimensioni, l’ energia sprigionata dalla linee può raggiungere livelli eccessivi e diventare energia negativa. L’esempio più famoso, in tal senso, è quello costituito da quella porzione di oceano compresa nel cosiddetto Triangolo delle Bermude, teatro della scomparsa di molteplici imbarcazioni e aerei. Poiché tutte le testimonianze convergono nel registrare il malfunzionamento della bussola e di tutta la strumentazione radar, le cui cause principali sono sicuramente imponenti fenomeni di disturbo di natura elettromagnetica, si può ipotizzare con ragione che la causa di tali eventi sia da individuare nelle numerose lines che lì si incrociano e nell’energia di cui sono portatrici.

Dappertutto in Europa e nel mondo, santuari, cattedrali, pozzi santi e templi di pietra sono stati costruiti sui punti di intersezione o sui centri di energia.
Secondo alcuni studiosi russi, le Ley Lines costituirebbero una griglia di energia sulla quale si fonderebbe la struttura stessa della Terra.

Io credo che, Etruschi o Celti, Romani e Maya, conoscevano molto bene.
Ma perché per i costruttori era così importante edificare i santuari in luoghi attraversati da ley line più o meno potenti?

Molti ricorderanno i solidi geometrici in legno della nostra infanzia. Fra di essi si trovavano i cinque poliedri regolari:

il tetraedro con quattro facce triangolari
l' esaedro o cubo, con sei quadrate
l' ottaedro, con otto triangolari
il dodecaedro, con dodici pentagonali
l' icosaedro, con venti triangolari.

Allora, non ci fu spiegato che essi erano già  stati descritti da Platone e che per questo vengono chiamati poliedri platonici. Solo questi cinque - numero sacro a Pitagora - e nessun altro, con tutte le loro facce formate da poligoni regolari ed angoli uguali possono essere contenuti in una sfera.
Platone era particolarmente ossessionato dal dodecaedro e dall' icosaedro, per l'ingegnosa distribuzione delle loro facce e soprattutto dal dodecaedro, che contiene sia il numero sacro 5 che il numero fondamentale 12. L' icosaedro può essere iscritto nel dodecaedro, negli incroci della maglia che si viene così a formare si possono posare i vertici dei cinque poliedri platonici. Il dodecaedro forma la base della rete di energia sottile del nostro pianeta. E' possibile che il fascino provocato da questi poliedri nasca dall' inconscio collettivo. Sebbene Platone sia stato il primo a descrivere ufficialmente queste figure, esse già  rappresentavano gli arcani delle conoscenze segrete nella scuola pitagorica, dove egli fu iniziato, ma la loro origine è ancora più antica.

Il globo terracqueo

La concezione della Terra come un dodecaedro si basa su una premessa relativamente semplice: il dodecaedro è il poliedro che più si avvicina alla sfera e che ha gli angoli meno acuti, cosa che permette di curvarlo senza quasi causare deformazioni. Se fosse elastico e gonfiassimo le sue superfici curve, appoggiate in una sfera, la dividerebbero in dodici parti formate da pentagoni curvi. Le linee che separano tali facce, equivalenti agli spigoli del dodecaedro a facce piane, in questo caso si prolungano, formando quindici circoli massimi che circondano la sfera. Per plasmare questa struttura sopra la Terra, collochiamo una faccia del dodecaedro a Nord, con il polo al centro. L'altra a Sud, e fra di esse due frange con cinque facce ciascuna : l'orientamento dei pentagoni Nord e Sud rispetto ai continenti e ai mari però non è arbitrario, dipende da un punto che chiameremo "ombelico del mondo". Dove trovarlo ? Ne più ne meno che nella Grande Piramide di Cheope e la ragione non è affatto... esoterica. Situata a 29° 58' 5'' di latitudine Nord e 31° 08' 57'' di longitudine Est, la Piramide si trova sul meridiano che divide la Terra in due parti di superficie emersa - continenti, isole ed Antartide compresi - esattamente uguali. Il meridiano che vi passa coincide con un vertice del pentagono Nord. Esso orienta tutta la rete. Cinque delle sue linee maestre sono meridiani, circoli massimi, che passano per i vertici delle facce Nord e Sud, alternati.

Triangoli sacri

Griglia in geometria 3D
Questi 120 triangoli rettangoli, unità di base della maglia energetica terrestre, erano già  noti agli antichi Egizi, che li chiamati triangoli M.R. in onore di Amon Ra.
Tornando alla trigonometria sferica: 1.618034, il numero aureo F (Phi) che la piramide di Cheope contiene tra il suo apotema e la metà  del lato della base, è considerato il numero dell'equilibrio e della bellezza, il limite della serie di Fibonacci.
Una cifra che tanto gli antichi Greci quanto i costruttori delle cattedrali gotiche utilizzavano segretamente nelle loro proporzioni architettoniche, fin quando Leonardo da Vinci lo divulgò. Ciò non solo dimostra che gli antichi conoscevano perfettamente la trigonometria sferica ed i suoi nessi con quella piana, ma soprattutto che la rete energetica, con il numero aureo, forma una struttura equilibrata ed in armonia con il Cosmo.

Griglia in geometria piana
I 15 circoli massimi, 12 pentagoni con 10 triangoli M.R. ciascuno, e 62 intersezioni, formano la maglia energetica che circonda la Terra però, data l'estensione di questi M.R. grandi più di 4.000.000 di Km quadrati, vi sono poche probabilità  che alcuni di questi fuochi e linee coincidano con centri abitati. Si suppone che i tre diversi tipi di incroci - quelli dei pentagoni del dodecaedro con 5 linee, quelli dei triangoli dell'icosaedro con 3 e quelli dei rombi, che comprendono 4 M.R., con 2 - abbiano proprietà  diverse e, tra quelli dello stesso tipo, perfino polarità  opposte, circostanza che genera delle correnti energetiche tra le linee che li uniscono. L'incrocio di rete a pentagono, con 5 linee che sembrano 10 raggi, è il più spettacolare. Naturalmente ci riferiamo alla rete fondamentale, però se uniamo tra loro gli incroci di circoli massimi
differenti, si forma un'altra rete di circoli massimi che chiameremo secondaria. Il tutto assomiglia ad una intricata e complessa ragnatela di circoli che si intersecano in moltissimi punti.
 

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